Software per la baia di carico e immobilizzazione veicoli… il futuro della logistica industriale esterna con Rite-Hite! - industria italiana

2022-06-25 05:15:50 By : Mr. WAKATEK -- Renewable Energy

Esigenze di sicurezza e di efficienza stanno portando alla completa automazione dell’ultimo miglio della logistica esterna, quello del carico-scarico delle merci. La baia di carico, terminal con attrezzature progettate per facilitare le operazioni, si fa sempre più “intelligente”.

Lo sa bene Rite-Hite, leader mondiale nella produzione, di sistemi per banchine di carico, porte industriali, barriere di sicurezza, ventilatori, teli divisori industriali e altro ancora.  L’azienda di Milwaukee è guidata dal presidente e ceo Steve Masters; fattura oltre un miliardo di dollari, e ha oltre 2.500 dipendenti nelle 100 sedi commerciali e produttive sparse in tutto il globo. Tra i clienti, Amazon, Esselunga, L’Oréal, Ikea, 3M, Avery Dennison, Caterpillar, Colgate, Dhl, Poste Italiane, Gsk, Henkel, Lidl, Nestlé e Kimberly-Clark.

Rite-Hite ha sviluppato il software e l’hardware per automatizzare le operazioni. In pratica, l’operatore dei trasporti non scende più dal veicolo: l’area è sensorizzata, ed è il sistema che guida il camion e attiva portelloni e rampe. In questo contesto, di particolare rilievo sono i sistemi di bloccaggio, studiati per mettere in sicurezza l’area, e impedire slittamenti dei carrelli nelle più diverse condizioni atmosferiche. Importanti anche le barriere in grado di fermare muletti e altri mezzi anche se trasportano tonnellate di materiale. Tra i prodotti diversi, grossi ventilatori capaci di movimentare imponenti quantità d’aria. Ne abbiamo parlato con Paolo Boria, service manager and engineering di Rite-Hite.

Rite-Hite è stata fondata nel 1965 da Arthur K. White, il padre dell’attuale proprietario Mike White. L’azienda ha stabilimenti di produzione in Wisconsin, Iowa, Mississippi, Germania, Lettonia, Polonia, Danimarca, e Cina. «Ci stiamo attivando per aprire impianti in Australia e in Russia» – afferma Boria. E in Italia? «C’è l’organizzazione commerciale e quella amministrativa; e poi c’è il service per l’installazione, il collaudo e la manutenzione» – afferma Boria. Nella sede di Lomazzo lavorano 10 persone. Le società sussidiarie di Rite-Hite includono DuctSox Corporation, Caljan e Arbon Equipment Corporation. Il nome “Rite-Hite” risale agli inizi dell’azienda e si rifà al primo prodotto, chiamato “Rite-Hite Dock Leveler”. Il riferimento era alla soluzione che colma il divario tra il pavimento dell’edificio e il pianale del camion, e cioè al fatto che le livellatrici Rite-Hite posizionate alla “giusta altezza” aiutano a mantenere un carrello elevatore al sicuro durante il carico.

Al di là del ruolo dei nuovi dispositivi hardware di cui tratteremo, la rivoluzione della baia di carico è legata agli sviluppi del software. «Quest’ultimo è sviluppato nei nostri due centri di ricerca, in Germania e negli Stati Uniti. Ha reso la baia di carico un ambiente più sicuro e più agevole per i trasportatori. Una volta, ad esempio, per accedere alla rampa, l’operatore doveva dei pulsanti in un quadro elettrico esterno al suo mezzo; ora il camionista non scende dal veicolo, ma si interfaccia al sistema, abilitando tutta l’operazione» – afferma Boria.

Sempre per Boria «è tutto automatizzato. Non c’è alcuna interferenza umana. I sensori segnalano al software che un camion è entrato nella baia; questo “avvisa” la canalizzazione di guida a terra, e un sistema sonoro fa capire all’operatore a che punto è nel tracciato; il software inoltre aziona il bloccaggio, e il camionista all’interno vede un semaforo rosso; quando diventa verde, il portone sezionale per la rampa si attiva per il carico-scarico». Se qualcuno è presente (oltre all’autista nel camion) il portone non si solleva e la rampa non si attiva. Quando il carico-scarico è terminato, la rampa torna automaticamente in fase di riposo, si accende la luce verde e l’autista esce dalla baia.

Si diceva che la baia di carico può risultare un ambiente pericoloso. In caso di partenza anticipata di un veicolo o dello slittamento dei rimorchi si possono verificare incidenti. Per questo Rite-Hite ha sviluppato nel tempo diversi sistemi di immobilizzazione; l’ultimo, Global Wheel-Lok, aggancia in maniera automatica lo pneumatico posteriore del rimorchio, in modo da mettere in sicurezza l’intero veicolo e l’area di lavoro. Le immobilizzazioni di camion funzionano con una varietà di tipi di rimorchi, per esempio i rimorchi con portelloni idraulici, con telaio apribile e senza una protezione per impatti posteriori efficace. Anzitutto il sistema ha una resistenza alla forza di trazione pari a 14 Kn (migliaia di Newton), un valore considerevole. In secondo luogo, il braccio di bloccaggio alto 510 millimetri (anche se è disponibile una versione ridotta da 380 millimetri) mette in sicurezza praticamente tutti i rimorchi con pneumatici dal diametro dai 700 ai 1.200 millimetri. Il dimensionamento è automatico.

Due guide per ruote garantiscono un posizionamento centrato del rimorchio per proteggere la parete dell’edificio e migliorare l’isolamento della banchina o l’efficacia della copertura. Secondo l’azienda, il funzionamento sicuro in tutte le condizioni atmosferiche. «In pratica, il sistema supera i requisiti per l’immobilizzazione di veicoli Fem di classe 3 su rimorchi vuoti e pieni, indipendentemente dalle dimensioni delle ruote» – afferma Boria. Il riferimento è alle linee guida della Federazione europea per la movimentazione delle merci (Fem) per i dispositivi di immobilizzazione di veicoli 11.005. Sempre per Boria, «il sistema di bloccaggio è uno dei prodotti più venduti, perché c’è una grande sensibilità nelle aziende per la sicurezza degli operatori. Ikea utilizza questi strumenti».

«È una barriera di sicurezza installabile vicino alla baia di carico: aiuta a prevenire gli incidenti. Soprattutto le cadute di carrelli elevatori, transpallet e operatori. Offre una maggiore protezione dal pericoloso dislivello di 1,2 m presente nella baia di carico, che può causare lesioni gravi, talvolta anche fatali. Si pensi ad un muletto con tonnellate di carico, e che si muova a 6 km all’ora; ecco, se urta la barriera è trattenuto» – afferma Boria.

Dok Guardian è progettato per arrestare sino a 13 tonnellate di carico. È un telo rosso da 1.120 millimetri in fibra costituita da elementi tecnici ad alta resistenza, con tre cinghie di immobilizzazione ad alta resistenza di colore giallo brillante. Funge da segnale di avvertimento ben visibile. «Ha una memoria meccanica: si espande trattenendo, per poi tornare alla forma originaria. Le più’ importanti aziende in Italia e nel mondo dispongono di questo device» – continua Boria. Dok Guardian funziona manualmente, c’è inoltre la possibilità di interbloccarlo, per una sezione di logica di sicurezza con i sistemi wheel lok ,dok leveller e sezional door, e si adatta facilmente a baie di carico fino a cinque metri di larghezza. Può anche essere utilizzato all’interno di una struttura per separare gli operatori dalle attività di produzione e di movimentazione dei materiali; ed è progettato per integrarsi perfettamente con un particolare sistema di interblocco di Rite-Hite e garantire la sicurezza nella baia di carico in ogni momento. La luce rossa sulla scatola di comando indica che il telo del Dok-Guardian è bloccato in modo sicuro.

«I ventilatori Hvls donano una sensazione di freschezza senza riscaldamento o raffreddamento, ma semplicemente movimentando imponenti volumi di aria» – afferma Boria. La sigla Hvls (high volume low speed) riassume le caratteristiche di funzionamento del device: alto volume e a bassa velocità. Ma come funzionano i ventilatori Hvls? Anzitutto va detto che sono agganciati al soffitto: l’aria viene convogliata da sopra il ventilatore e spinta verso il basso, con moto conico.  Offrono vantaggi tutto l’anno, creando un ambiente più confortevole e facendovi risparmiare sui costi dell’energia. D’estate la velocità dell’aria produce un fattore di vento freddo che abbassa la temperatura percepita dando a una persona la sensazione di essere esposta a una temperatura inferiore rispetto a quella effettiva rilevata. I ventilatori Hvls per strutture industriali o commerciali rappresentano anche un’integrazione dell’aria condizionata, poiché consentono di aumentare i valori di riferimento di ben 2 °C, senza grosse variazioni in termini di benessere. Questo incremento può favorire una riduzione fino al 20% del consumo energetico estivo. «In inverno, invece, i ventilatori possono essere utilizzati per la destratificazione, un processo che miscela l’aria calda vicino al soffitto con l’aria più fredda a livello del pavimento» – afferma Boria.

Si tratta di device di grandi dimensioni. Nella versione “Revolution” i ventilatori sono disponibili in cinque diametri: 2.440, 3.660, 4.880, 6.100 e 7.320 millimetri. A seconda della grandezza e della velocità di funzionamento selezionata (da 9 a 175 giri al minuto), possono spostare volumi fino a 713 metri cubi all’ora. Le altezze di installazione consigliate vanno da 4.575 fino a 24.400 millimetri. Il ventilatore sposta l’aria ad altezza uomo fino a 26 metri in tutte le direzioni. Il design della pala in alluminio incorpora inclinazione, conicità e rotazione per fornire un flusso d’aria massimo attraverso l’intera lunghezza, garantendo un funzionamento silenzioso. Naturalmente, ci sono diverse funzioni di sicurezza, per evitare che l’apparecchiatura precipiti dall’alto: ad esempio, Il mozzo è collegato al motore con un bullone a filettatura invertita e una boccola rastremata; inoltre, ciascun braccio della pala è collegato all’anello di sicurezza; infine, il ventilatore è progettato per resistere a forze e sollecitazioni dieci volte più imponenti di quelle che si generano con il suo funzionamento.

«Necessariamente, i prodotti destinati al mercato europeo sono diversi da quelli realizzati per gli Stati Uniti. Le dimensioni dei Tir sono differenti fra i due continenti: quelli europei sono generalmente più piccoli.  Inoltre, hanno un paraurti posteriore dissimile, per cui anche il sistema di blocco non può essere lo stesso» – afferma Boria.

«Il nostro fatturato dipende per metà da prodotti, e per metà da soluzioni, che sono realizzate personalizzando e associando i primi» – afferma Boria. Ad esempio, nel settore automobilistico si profondono sforzi considerevoli per massimizzare la cubatura dei rimorchi. Ciò significa che la banchina di carico deve avere un design specifico, per assolvere a questa esigenza; la progettazione del livellatore e della copertura della banchina, nonché quella dei sistemi di immobilizzazione del veicolo sono studiate alla luce dei requisiti particolari indicati dall’azienda cliente.  Sempre nello stesso comparto, particolare approfondimento è dedicato al design delle porte rapide industriali, perché si tratta di impianti dove sono prodotti grandi volumi di auto in brevi periodi di tempo. Occorre accelerare il processo logistico, con velocità di aperture elevate.

Altre aziende chiedono che siano sigillati tutti i lati dell’apertura della banchina di carico, per evitare sprechi di energia, per via dell’ingresso dell’aria indesiderata e del deflusso dell’aria condizionata.  Un sistema di prodotti di tenuta Rite-Hite sia all’esterno che all’interno dell’edificio lavora insieme per fornire una tenuta efficace su tutti i quattro lati delle aperture, 24 ore su 24, sette giorni su sette, che i rimorchi siano presenti o meno. A ciò viene aggiunto il livellatore per banchina con un design a gradini che consente l’apertura delle porte posteriori del rimorchio dopo il parcheggio per il carico.

«Nei primi tre mesi abbiamo riscontrato un incremento di fatturato molto interessante, di circa il 30% sull’anno precedente. Se dovesse continuare così, sarebbe un ottimo risultato» – termina Boria.

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