"Dall'acqua alla neutralità carbonica: così Parma affronterà la transizione ecologica" - la Repubblica

2022-09-24 05:44:29 By : Ms. Monica Wang

Dopo aver affrontato il tema rifiuti e mobilità, l'assessore Gianluca Borghi tocca l'ambito della terza delga di competenza: l'ambiente nelle declinazioni della neutarlità carbonica, acqua ed energie rinnovabili

Parma deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Al lavoro contro le perdite della rete idrica cittadina che ammontano al 36,7%. Riflessioni su agricoltura e allevamenti nella capitale della Food Valley, promozione delle comunità energetiche e fonti rinnovabili

Sicurezza idraulica e crisi idrica: quali le criticità più importanti sul territorio di Parma? Quali i progetti in corso e in divenire?

“La tutela dell’ambiente abbraccia una moltitudine di ambiti diversi che sono a volte interconnessi e a volte molto lontani tra loro: questo genera grande complessità. Tutela dell’ambiente significa salvaguardare le principali matrici ambientali (acqua, suolo e aria), ma anche governare gli agenti fisici, in particolare l’inquinamento acustico ed elettromagnetico che sono forme impattati di trasmissione e diffusione dell’energia. Significa gestire, garantendone lo sviluppo, i generatori di pressioni ambientali sul territorio: impianti industriali, grandi opere strutturali e infrastrutturali e i più significativi complessi commerciali.

In tema di acque l’attenzione sarà focalizzata sulla sicurezza idraulica della città, sull’ottimizzazione della filiera di approvvigionamento, sulla riduzione degli sprechi nella rete di distribuzione e sul miglioramento della qualità del reticolo superficiale e delle falde. E’ in corso di realizzazione la cassa di espansione sul torrente Baganza, avviata a seguito di affidamento da parte dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, opera da 79 milioni di euro che metterà definitivamente in sicurezza, dal punto di vista idraulico, la città di Parma e il Comune di Colorno; e consentirà di raccogliere 4,7 milioni di metri cubi di acqua su un’area di circa 9 ettari.

Considerato che nel 2021 a Parma sono stati prelevati 38 milioni di metri cubi di acqua, con perdite che ammontano al 36,7%, è evidente quanto sia importante potenziare gli interventi di risparmio e conservazione della risorsa, ovvero di ricerca e riduzione delle perdite. Grazie ai recenti bandi Pnrr sono stati candidati a finanziamento del ministero della Transizione Ecologica circa 24 milioni di euro di interventi sull’intero bacino Ireti. Tali interventi, se finanziati, potranno consentire di raggiungere il 28% di perdite totali entro la fine del 2025, con una previsione di ulteriore riduzione fino ad un valore inferiore al 20% entro il 2030. Le principali misure che saranno attuate riguarderanno lo sviluppo ed efficientamento delle reti (completamento della distrettualizzazione - oggi al 70% -, riparazione perdite, sostituzione reti, ecc.), il miglioramento dell’efficienza energetica con risparmio dell’energia consumata, il miglioramento della qualità della risorsa erogata attraverso controlli e nuovi impianti trattamento. Inoltre, per aumentare la capacità di accumulo idrico dei territori, proseguirà il confronto con la Regione Emilia-Romagna e con l’Autorità di bacino, al fine di individuare i serbatoi più idonei. Anche le cave collegate alle attività estrattive saranno un elemento chiave per la creazione di invasi da utilizzare per la ricarica delle falde e per fini irrigui. Saranno oggetto di controllo alcuni tra i principali canali cittadini nel tratto urbano quali il Galasso per 13 km, il Dugale per 3,8 km, il Lorno per 5 km, e il Naviglietta per 3,2 km, per eliminare eventuali scarichi impropri. Proseguirà inoltre la verifica di allacci sui collettori fognari e relativa riqualificazione, in collaborazione con il gestore del servizio Idrico Integrato Ireti”.

Tutela dell’ambiente. Ci sono ragionamenti anche sulle attività estrattive e bonifiche?

“In linea con l’andamento del mercato dell’edilizia vengono periodicamente coltivate e ripristinate aree che il Piano Infraregionale e quello comunale delle attività estrattive ha classificato come coltivabili. Questo porta con sé una serie di autorizzazioni anche di carattere ambientale finalizzate ad assicurare la minimizzazione degli impatti sulla matrice suolo e acque sotterranee. I poli estrattivi oggetto di prossimi interventi sono collocati in fregio al torrente Parma e al fiume Taro sia nord che a sud della città. Proseguono gli accordi con privati sul ripristino di vuoti di cava. Un altro ambito sul quale si lavorerà intensamente e che impatta sulle matrici suolo, sottosuolo e acque sotterranee riguarda la bonifica di siti contaminati che è invece finalizzata a riportare le aree inquinate alle condizioni di fruibilità e sicurezza prevista dalla normativa. Con la rimozione del Cumulo C e il ripristino del paesaggio verrà definitivamente risolta l’annosa criticità conseguente alla realizzazione della Cassa di Espansione sul torrente Parma. Proseguirà inoltre il dialogo con Regione e con Aipo per sviluppare ulteriori approfondimenti tecnici e finanziare nuove difese spondali presso l’Area vasta di Viarolo”.

Campi elettromagnetici e inquinamento acustico: quali gli studi e i progetti?

“Nell’ambito della tutela della popolazione dagli agenti fisici sono in cantiere vari provvedimenti e progetti. In attuazione del nuovo regolamento di telefonia mobile è intenzione dell’amministrazione favorire sempre più la diffusione delle informazione, il monitoraggio e i controlli; minimizzare l'esposizione della popolazione e l'impatto visivo per tutelare il patrimonio storico, culturale ed ambientale, garantendo allo stesso tempo l’implementazione della rete e la razionale distribuzione degli impianti, anche attraverso iniziative di coordinamento delle richieste di autorizzazione. Saranno attivati i nuovi strumenti di governo identificati nel regolamento tra cui la Valutazione preventiva e la Relazione tecnica alla Commissione Ambiente su evoluzioni delle tecnologie e lo stato delle installazione. Sul fronte dell’inquinamento acustico è obiettivo prioritario procedere alla stesura del nuovo Piano d’Azione dell’agglomerato di Parma per l'abbattimento del rumore ambientale ai sensi del D. Lgs. n.194/2005 Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale entro il 2023, sulla base delle risultanza appena ottenute dall’aggiornamento della Mappatura acustica dell’intero territorio. Il piano definirà le priorità di intervento e le fonti di finanziamento necessarie a ridurre la popolazione esposta a livelli eccessivi di pressione acustica”.

Parma deve affrontare una grande sfida essendo tra le 100 città Carbon Neutral entro il 2030. Siamo sulla buona strada? Quali sono le scadenze richieste dall’Unione Europea per presentare i progetti e il Comune, in linea generale, su che aspetti punterà?

“Ad oggi Parma si trova con una serie di attività già avviate, e su questi temi ha sviluppato strategie e piani seguendo il percorso del Patto dei Sindaci dal 2013, anno di adesione, per poi redarre un piano di Azione Pes che fissava obiettivi di riduzione delle emissioni al 2020, in corso di raggiungimento, come dimostrano i monitoraggi svolti nel 2015 e 2017, e successivamente implementati con gli obiettivi al 2030 adottando un nuovo piano di azione Paesc nel 2021 con obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030.

Con l’ingresso nella Mission di Horizon ‘climate neutral and smart city’, Parma non parte da zero , ma ha già siglato un Patto territoriale per la neutralità carbonica (Alleanza Carbon Neutral) a livello provinciale con i principali stakeholders pubblici e privati del territorio (tra cui Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Università degli Studi di Parma e Unione Parmense degli Industriali) da dicembre 2020 si è infatti avviato questo tavolo pubblico privato per accelerare il processo di transizione ecologica sul territorio parmense”.

“Inoltre i piani e gli interventi più importanti già realizzati dall’Amministrazione negli ultimi anni (efficientamento del sistema di illuminazione pubblica, rinnovo della flotta del Tpl, produzione di energia dal termovalorizzatore per la rete di teleriscaldamento, efficientamento strutturale e energetico degli edifici scolastici, gli obiettivi elevati di raccolta differenziata) sono sicuramente le premesse per proseguire sulla giusta strada della neutralità climatica, integrata da una visione della città al 2030 descritta nel Paesc, come una comunità coesa, giovane e dinamica orientata al raggiungimento la neutralità carbonica. Tra i principali ambiti di intervento e progetti per la neutralità climatica si evidenziano: la realizzazione di un’area verde ed un’area blu per la regolamentazione degli accessi al traffico veicolare basata su criteri ambientali; lo sviluppo di distretti a energia positiva (Ped); la realizzazione di un gemello digitale per la gestione del territorio (Digital Twin); la riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica; il potenziamento del termovalorizzatore con nuovi impianti che permettano una maggiore qualità dei materiali riciclati, in particolare della plastica e una integrazione con la produzione energetica da fonti rinnovabili; il completamento della trasformazione dell’illuminazione pubblica a Led; la promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili e lo sviluppo di comunità energetiche. Sarà importante anche un nuovo approccio che coinvolga maggiormente il cittadino sia nella ideazione delle soluzioni, che nel ruolo attivo di partecipazione alla soluzione delle sfide.

Su questi temi verrà organizzato un Climate City Contract e sottoscritto insieme all’Unione Europea e autorità nazionali e Regione, attraverso un progetto di co-creazione con cittadini e stakeholders locali affinchè la neutralità climatica sia un processo il più possibile partecipato (by and for the citizen), da cui prenderà forma un Piano di Neutralità Climatica al 2030 con un piano di investimenti dedicato. Ad oggi non ci sono scadenze esplicite su questo percorso che, auspicabilmente, potrebbe concludersi entro il marzo prossimo. Nel frattempo però continueranno ad uscire specifici bandi a cui l’amministrazione continuerà a partecipare per proseguire con quanto già fatto fino ad oggi e continuare un percorso”.

Obiettivo sostenibilità. Quali le riflessioni su agricoltura, allevamenti e di conseguenza sulla produzione di cibo nella capitale della Food Valley?

“L’agricoltura rappresenta un settore importante per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica che Parma si è posta al 2030. In linea con il PAIR 2030 e con il Programma di Sviluppo Rurale (Psr), saranno agevolate le aziende agricole virtuose mediante interventi sugli strumenti regolatori e di pianificazione, per valorizzare le realtà che investono in fotovoltaico e biogas, che sviluppano progetti di scambio con le scuole e i cittadini, che contribuiscono all’avanzamento dei programmi di forestazione urbana, intesi come leve per la fissazione del carbonio. Verranno inoltre incentivate le attività di informazione e consulenza alle imprese sul tema dell’alimentazione degli animali al fine di ridurre, attraverso modifiche della dieta degli animali, l’azoto escreto; le attività di realizzazione di coperture di vasche di stoccaggio delle deiezioni; le attività che acquistano mezzi meccanici ecologici per lo spandimento in modo da limitare le emissioni inquinanti. Saranno patrocinati dall’Amministrazione i progetti di rinaturazione di aree degradate e/o abbandonate che consentano il recupero di patrimoni naturali ed ambientali di pregio, nonché i progetti di valorizzazione e tutela del patrimonio alimentare. Infatti la produzione degli alimenti necessita sempre più di processi sostenibili e offre un immenso potenziale per guidare l'azione per il clima, influenzare i modelli di consumo e sostenere la transizione verso una società e un'economia più sane, più verdi e più giuste. Inoltre, il patrimonio culturale alimentare può essere un catalizzatore di cambiamenti positivi, in quanto ha il potere di connettere le persone ai luoghi, incoraggiare il senso di appartenenza e favorire l'inclusione sociale”.

Come può il Comune intervenire concretamente per realizzare le Comunità energetiche, incentivando il privato a collaborare?

“Per quanto riguarda la nascita e diffusione delle comunità energetiche, il Comune ha un ruolo di catalizzatore e facilitatore della creazione di partenariati composti da imprese, associazioni e comunità locali. Inoltre, per quanto riguarda la parte di finanziamento dei progetti, la presenza di un ente locale all’interno del partenariato, sia come produttore che beneficiario diretto, rappresenta un elemento di certezza dal punto di vista degli istituti finanziari agevolandone il project financing”.

“Inoltre, l’ente locale ha a disposizione numerose superfici di suolo pubblico da mettere a disposizione dei partenariati per la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile in funzione delle comunità energetiche (dalle pensiline dei parcheggi ai numerosi tetti di scuole, asili ed altre tipologie di edifici). Non a caso la recente legge sulle comunità energetiche approvata dalla regione RER a maggio 2022 (L. 5/2022) prevede che i comuni mappino le potenziali superfici pubbliche in cui installare impianti di produzione di energia rinnovabile in modo da facilitare la progettazione e contestuale diffusione di comunità energetiche. Grazie alla visione generale della città e alla constante dialogo con i gestori delle reti, il Comune ha la capacità di aggregare i privati, associazioni e cittadini, inserendo un progetto di comunità energetiche in contesto di rigenerazione urbana in cui, al di là dei vantaggi dal punto di vista dell’efficienza energetica garantiti dall’aggregazione delle domande, si può avere un valore aggiunto in termini di sviluppo di comunità locale".